Vita Sindacale

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Gent.mo direttore, 

Mi chiamo Lia Balduzzi, sono medico di medicina generale dal 2017, laureata nel 2008 con 110 e lode. Ho scelto questa professione perché credo nel valore e nell'importanza di questo lavoro. Mi sono appassionata alla medicina del territorio frequentando gli ambulatori dei colleghi più esperti e credo fortemente in quello che facciamo. Sono stati anni difficili. Per tutti. C'è chi ha perso il lavoro, chi la sua attività, magari tirata sù con fatica e dedizione, chi ha perso affetti e cari, chi ha perso la vita. Provo massimo rispetto per il ruolo che ciascuno ha avuto in questa pandemia. Anche noi abbiamo vissuto con angoscia il lock down, tenendo sempre acceso il telefono anche di notte e nei fine settimana perché spesso eravamo l'unico contatto per i nostri pazienti malati e soli in casa. Siamo andati in ambulatorio e abbiamo visitato, anche quando i dpi scarseggiavano... anche quando la maggior parte degli uffici amministrativi erano chiusi al pubblico e gli ambulatori specialistici aperti solo per le emergenze. Abbiamo gestito insieme alla Asl la campagna vaccinale, cercato di collaborare con tutti per quanto possibile. Anche quando lo scorso inverno gli uffici di igiene sono stati travolti dalla mole immane di malati, tamponi, segnalazioni c'eravamo, abbiamo risposto, dato ascolto a sfoghi e paure. Non penso che siamo meglio di altri. I colleghi ospedalieri sono stati massacrati (pronto soccorsi affollati, reparti convertiti in covid, ossigeno che mancava, turni impensabili), ma non siamo nemmeno peggio. Sono molto amareggiata dagli articoli diffamatori che il vostro collega Paolo Russo ha scritto sulla nostra categoria in vista del PNRR. Non so quale sia la sua esperienza con la medicina del territorio, ma mi chiedo se prima di scrivere abbia mai visitato un ambulatorio o intervistato un collega. 15 ore di ambulatorio a settimana? Un sogno credo...noi le facciamo in poco più di un giorno. 15 ore sono da contratto orario minimo di apertura dell'ambulatorio, ma non ci stiamo mai dentro. Ogni giorno aggiungo ore di visita perché non bastano mai per vedere tutti. Ogni giorno rispondo al telefono, anche quando porto i miei figli ai giardini o a scuola. Spesso ci sono visite domiciliari, da fare ovviamente oltre le 15 ore, e poi segnalazioni, certificazioni...un carico burocratico che se prima era pesante ora è insostenibile...ore davanti al computer che nn sono conteggiate in quelle 15. Non credo siamo martiri, facciamo il nostro lavoro...ma il fatto che ad oggi tante zone restino carenti di medici è significativo. Io credo nella riforma, spero che porti a una medicina più efficiente per i nostri pazienti, ma non veniteci a dire che dobbiamo lavorare di più, semmai diteci che insieme possiamo lavorare meglio, che non ci lascerete soli...
 
Vi ringrazio per l'attenzione che darete alle nostre parole

Lia, medico di famiglia

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