Obiettivo di questo documento e’  disegnare il ruolo  della MG nel  contrastare la diffusione del contagio e prevenire la comparsa dell’insufficienza respiratoria grave che , come e’ noto , necessita di intubazione in Rianimazione. Altresi’ segnalare alcune   gravi inadempienze e le conseguenze da esse derivate

 

Premessa: da circa un mese la nostra Regione e’ in balia  di un’epidemia annunciata i cui effetti erano gia’ chiaramente manifesti. Da subito  la MG si e’ interrogata  sul ruolo da assumere in una situazione  che la vedeva in prima linea assieme al PS ed ha fatto alcune proposte che non hanno avuto seguito.

Si puo’ dire senza tema di smentita che non ha avuto alcuna formazione  clinica su una malattia sconosciuta a forte impatto sul territorio e che ha destabilizzato l’intero comparto sanitario , non ha ricevuto nessuna linea guida  da applicare, non e’ stata aggregata  ne’ attraverso le AFT ne’ tramite i Distretti .  Ha ricevuto DPI inadeguati per numero e qualita’, frenetiche comunicazioni talvolta contraddittorie e si e’ quindi interrogata, lasciata allo sbando , sul ruolo da rivestire. Si e’ comunque organizzata ed ha  subito messo in atto tutte le procedure per impedire la diffusione del contagio negli ambulatori , ha provveduto a  dare informative ai pazienti, modificare la tipologia di accesso e implementare le procedure informatiche  per assicurare ai pazienti la fornitura delle ricette a domicilio. Si e’ altresi’ organizzata per acquisire formazione e si e’ data da sola una linea guida  per evitare , se possibile , il ricorso all’Ospedale  e /o prevenire la complicanza  piu’ temibile della polmonite interstiziale: la grave insufficienza respiratoria che necessita alla fine dell’intubazione.

Parecchi Medici si sono dotati di saturimetri  da consegnare ai pazienti sospetti Covid + o pazienti dimessi precocemente dall’Ospedale.

Occorre a questo punto fare una breve annotazione clinica: la malattia da coronavirus decorre prevalentemente come un’influenza  piu’ o meno seria ma in una percentuale non rilevante ma che impatta, data la contagiosita’ , sui sistemi sanitari sviluppa una  polmonite interstiziale il cui decorso  , se non intercettato per tempo, puo’ evolvere in  una grave sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che obbliga  all’intubazione in Rianimazione. La diagnosi precoce consente ( ma non sempre) di trattare il paziente con tecniche di ventilazione non invasiva  ed evitare quindi procedure piu’ complesse  per le quali mancano ormai i posti letto in Rianimazione. In questo passaggio si colloca l’intervento del MMG che attraverso il monitoraggio della saturimetria e della frequenza respiratoria/min valuta se e quando inviare il paziente in Ospedale. Parecchi MMG si sono dotati di saturimetri e li lasciano ai pazienti. Si sottolinea inoltre come la conoscenza e l’informazione data ai pazienti sul decorso e complicanze anche di un apparentemente banale stato febbrile con tosse fanno la differenza.

Resta quindi perplesso chi lucidamente afferra la semplicita’ di queste procedure e non le vede inserite in un contesto organizzato che lascia   quindi l’operatore in una sorta di fai da te.

Le procedure burocratiche di notifica , le risposte assenti o con notevole ritardo che impediscono certificazioni per assenza dal lavoro  rendono ancora piu’ difficoltoso il tentativo da intraprendere un percorso. Ci siamo chiesti come assistere i nostri pazienti in poverta’ di adeguati dispositivi di protezione soprattutto quando si e’ capito che non esisteva piu’ un caso sospetto ma il dilagare dell’epidemia ha reso tutti i pazienti, anche quelli asintomatici, potenziale fonte di contagio. Si e’ quindi  arrivati alla conclusione di  non effettuare visite a domicilio perche’ un paziente Covid positivo e’ altamente contagioso  e le procedure di vestizione e soprattutto di svestizione sono inapplicabili al fuori di un locale a cio’ adibito e fornito di recipienti per lo smaltimento. Andare  inoltre a domicilio non adeguatamente protetti significa  esporsi ad un forte rischio di infezione  e diventare diffusori di contagio . Tuttavia non abbiamo perso di vista  l’obiettivo sopracitato di individuare i pazienti che desaturano, primo segnale di polmonite interstiziale ed abbiamo convenuto di  consegnare ai pazienti sintomatici un saturimetro ( ne abbiamo in dotazione parecchi ma probabilmente non bastano e sarebbe utilissimo che la ASL ne chiedesse una fornitura urgentemente) In aggiunta attraverso videochiamata  e’ possibile valutare  la qualita’ respiratoria del paziente, la saturimetria a riposo e dopo marcia e cio’ consente  di mantenere un contatto stretto con il paziente sintomatico o dimesso precocemente dall’ospedale, il che evita panico e ricorso inappropriato al PS.

Si sottolinea  nuovamente  come l’utilizzo di tecnologia anche semplice come il videoconsulto soprattutto in una situazione  come una epidemia sia assolutamente da valorizzare e a questo proposito si riporta il link : https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMp2003539 

Resta comunque  lo sconcerto per non avere affidato una parte della gestione clinica di questo problema a chi per primo si confronta con i bisogni sanitari dei cittadini.

Si sottolinea  altresi’ la totale mancanza dei Distretti e la necessita’ , a conclusione di questa catastrofe , di ripensare totalmente la Medicina del territorio.

 

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